CASINI RUOTA LA BARRA E LA VOLGE TUTTA A SINISTRA: PER IL DOPO-MONTI PROPONE UN’ALLEANZA COL PD. E’ L’ANTICO RICHIAMO DELLA FORESTA.

RITORNA LA STAGIONE DEL

 COMPROMESSO STORICO

Ci sono tutti i pre-sintomi d’una nuova stagione elettorale anticipata. I Capi effettivi e/o virtuali chiamano a raccolta le truppe ed indicano i luoghi del combattimento, le “regole d’ingaggio”, le armi da usare, gli Amici  ed i Nemici (quasi) definitivi.

In tal senso, ai primi colpi a salve di Berlusconi, Casini ha risposto immediatamente e con una brutalità che pochi gli conoscevano. E’ stato chiarissimo : la maggioranza che lui prefigura per il dopo-Monti è quella col PD. Precisando che questa sarebbe la “vera” alleanza destinata ad esser convincente come proposta agli Italiani :

 il blocco maggioritario tra Moderati (cioè lui, l’Udc e NON Berlusconi!) e centrosinistra, quelli che “davvero” hanno sostenuto Monti con convinzione nella sua opera di “riforma”. Un “colpo” che segna l’esito d’una lunga operazione di riposizionamento e che  chiude all’angolo il PdL, in una condizione d’isolamento reale e di sconfitta futuribile quale “forza” già dimezzata, perdente ai blocchi di partenza ed in disfacimento.

Il lungo giro di Casini e la sua ufficialissima scelta di campo ridefinisce la politica italiana, in sintonia con alcune isolate sortite dell’area-Fini che, in tutto questo, non vorrebbe essere abbandonata al palo. Ma il punto è che a Bersani non sarebbe difficile presentare ai suoi un’alleanza con Casini che non sarebbe altro che la ripresa della vecchia via del centro-sinistra verso il cosiddetto Compromesso Storico, mentre di certo più difficile gli verrebbe il far digerire al suo elettorato una convergenza elettorale e di Governo con un Fini sia pure mendato e “ripulito” sia  come ex-fascista che come ex-berlusconiano e “Delfino” . Bisognerà verificare adesso come “suonerà” Bersani. Ma in Italia, il Centro ha strappato la maschera e ritinto le Bandiere. La sua antica ”vocazione” lo riporta indietro sui sentieri delle Ombre Rosse. Il berlusconismo è finito, ma è al Centro che ristagnano le sue truppe residue; dunque l’UdC, per ritrovare una dimensione tutta “sua” deve rifarsi il trucco. E rispolverare la sua ancestrale anima “sinistra” .

(dal N° 16 di “OCCIDENTE” del 26/6/0212)

BERLUSCONI DANNEGGIATO DAL GOVERNO MONTI, NON HA IL CORAGGIO DI “STACCARE LA SPINA”…E NEI SONDAGGI VA SEMPRE PIU’ GIU’

I Sondaggi “parlano male” del PdL, ma, non , adesso, da un bel pezzo. Così Berlusconi, a modo suo, “contro muove”, si fa rivedere, non parla granchè bene del Governo Monti che pur sorregge materialmente in Camera e Senato e si strugge perché i sondaggi d’opinione gli fanno ritornare sempre, pervicace, la notizia d’un PD saldamente attestato sopra il 23% e primo partito d’Italia.

Il fatto è che, perdutosi nei tatticismi, probabilmente “consigliati”, il Cavaliere ha dimenticato i Segnali in progressione che gli andavano arrivando mano a mano che si sfogliava la margherita delle sue promesse non mantenute. Ed ha ignorato il dettaglio psicologico che le sue dimissioni sono state percepite dall’opinione pubblica come una disfatta e non , come lui adesso va dichiarando, come “un atto di responsabilità”. Così come il suo voler “attenuare il colpo” presentando come sua “Creatura” il Governo Monti è stato il colpo di grazia finale al suo elettorato. Che, probabilmente, dallo “sconfitto” si attendevano una lineare risposta di Opposizione e/o una richiesta di elezioni immadiate.

E la linea del “condominio” col PD nel sorreggere Monti e la sua bassa macelleria sociale è stata la più sbagliata di tutte. Voleva essere una “furbata”, un modo per presentarsi “con un piede ancora dentro” ed, invece, ha firmato ANCHE PDL tutte le decisioni impopolari dei Tecnici che hanno colpito soprattutto il ceto medio, cioè il Target privilegiato del fronte centrista e moderato.

Un Tradimento doppio e triplo, proprio imperdonabile, suggellato dal crollo rapido e verticale dei consensi reali e virtuali  al partitone del Cavaliere. E adesso il Cavaliere è in un cul de sac politico e logico. Per fermare l’emorragia, dovrebbe  “staccare la spina”, magari su un tema qualificante (IMU una volta sola-IVA), ma se stacca la spina confessa la sua marginalità e predispone l’Italia per un immediato Governo delle sinistre. Così si agita, lancia teorie ardite, dice di voler cambiare tutto ma, poi, confessa “Sarò io a guidare la Riscossa dei Moderati” .

Ma proprio qui casca l’Asino.

 

 

–(dal N° 15 di “OCCIDENTE” del 22/6/012)–

Legge anti-corruzione : troppe “delicatezze” e Tempi Biblici.

* Non ci sentiamo di affermare che una Legge contro la corruzione pubblica, in questo tristo periodo della storia italiana, sia un fuor d’opera, un minus, una perdita di tempo.

Perché i livelli della corruzione pubblica italiana sono stati effettivamente in grado di alterare in negativo i Bilanci dello Stato ed il vizietto è esteso fino ai più piccoli Comuni, come una sorta di “prassi normale” non scritta, come un costo aggiuntivo, da preventivarsi, per ogni spostamento di denaro pubblico in qualsiasi direzione, dalle più elementari forniture, fino ai servizi essenziali ed ai grandi appalti.

 Utile anche che sia stato introdotto il reato di “induzione” per far emergere la filiera non virtuosa di tutti gli intermediari che favoriscono l’incontro clandestino e torbido tra pubblici amministratori e società private in cerca di affari.

Ma la “non candidabilità” ad elezioni di qualsiasi livello  di personaggi colpiti da condanna definitiva non è certamente la panacea di tutti i mali italiani. Perché una condanna è definitiva, in Italia, quando arriva una sentenza della Cassazione. Per cui  era e resta candidabile, ad esempio, un parlamentare già condannato in primo grado ma che ha presentato appello; ed anche, ovviamente, sempre per esempio, un deputato condannato pure in Appello, ma che ha presentato ricorso in Cassazione.

Il che,  conoscendo anche di striscio, i tempi della Giustizia italiana, significa anni ed anni di attesa, nel corso dei quali il teorico “Colpevole”, può mantenere NON il suo “impiego” ma una posizione preminente di prestigio ed autorevolezza “dentro” il cuore delle nostre Istituzioni.

Un rischio che ci appare sproporzionato. Ed una Cautela, di converso, assolutamente lenta e fragile, tenendo conto del “Bene” che sarebbe da preservare. E tutto ciò col dubbio fondatissimo che al Senato la legge possa essere cambiata (e costretta dunque a ritornare alla Camera) e che la sua reale applicazione possa partire addirittura dal 2018 a meno che il Governo (da qui ad un anno) non intervenga con ulteriori atti…Campa cavallo….

MA CHE DEMOCRAZIA E’ MAI QUELLA IN CUI IL POPOLO MAN MANO SI VA RITIRANDO ?

..Le prossime Elezioni in Italia, continuando e peggiorando così le cose, potranno spicciarsele nemmeno in una mattinata intera, ma in una pausa-caffè. Questo è lo stato dell’arte; questa la condizione e la scelta cosciente dell’Italia Vera.

A Palermo,ormai , c’è un  Sindaco eletto dal 28% dei cittadini aventi diritto al voto che è riuscito a battere pure il record del Presidente della sua Provincia eletto, in pratica, col voto di familiari e dipendenti. S’è scavato un abisso, noi crediamo definitivo, tra i politici della seconda repubblica ed un corpo elettorale, troppo deluso, troppo schifato addirittura per “stare a sentire” o per interessarsi anche solo un po’ alle vicende della Polis, della Res Publica. Il tutto aggravato dal fatto che”la Barca va” anche senza passeggeri : non c’è, per le Elezioni  politiche ed amministrative, un quorum come per i Referendum.

 Così l’equipaggio del Barcone parte lo stesso verso la sua meta indefinita senza interessarsi più di segnalazioni, richieste e proteste. Perché il biglietto dei passeggeri NON prevede questo diritto. 

 Il voto non può più andare a chi si vorrebbe ed in più chi lo riceve non è sottoposto ad alcun vincolo di mandato. Per cui si vota un moralista, amico dei giudici e lo si ritrova schierato con gli imputati solo il giorno dopo. Voti un partito perché ti promette più lavoro e meno tasse e lo vedi, a metà cammino, non “dire”, ma “fare” cose esattamente opposte che ti colpiscono brutalmente . Voti Tizio perché è fiero avversario di Caio ed il giorno dopo li vedi a braccetto bussare a casa tua  per comunicarti che insieme hanno votato, contro di te, una serie di rincari insostenibili che ti cambiamo in peggio la vita.

Ma non era esattamente QUESTO che c’era scritto alla voce “democrazia” nei vecchi testi di Educazione Civica.

L’ultima speranza te la diedero col Bipolarismo “O di qua o di là”. Ed anche questo è finito perché i “contendenti” sono stati scoperti a banchettare insieme nel mezzo del fiume che li divideva : in un’Isola fatta solo di fango rappreso con una bandiera bipartisan al centro.

NEI SALOTTI E NELLE PIAZZE PRESSA RINGHIOSO IL BORBOTTIO DELLE “NUOVE SINISTRE”

DILAGA IL BECERUME, E T’ASSEDIA, DEI NUOVI GIACOBINI, UN PO’ VIOLA, UN PO’ ROSSI, UN PO’      VERDI, SONO I NUOVITAGLIATORI DI TESTE UN PO’ SNOB                   E TANTO CAFONI…
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(vanno rintuzzati, ad ogni costo! Mai farsi mettere all’angolo!)

* Dilaga il Becerume dei Giacobini sotto la Ghigliottina già montata per “il Vecchio Mondo”. Avanza, urla, ti vuole annichilito, vuole stringerti all’angolo, s’insinua persino “a destra”, si presenta con camicioni sgargianti e ti vuole all’angolo reprobo, vergognoso dei tuoi pareri, del tuo stesso “essere in un certo modo”. 
E’ un assedio sempre più forte, anche se caotico. Non è la Rivoluzione …è la Rivolta in sé e per sé.
Non è indirizzata contro un Nemico preciso; è un’arma grossolana , ma è super-potenziata dagli argomenti banali offerti dai mass-media .a tavola, al bar, in compagnia di amici. Troppo difficile da tollerarsi in silenzio..
… Serata a casa di amici. L’uomo oltre il tavolo ti fissa. Alza l’angolo destro della bocca. Forse c’è un accenno di risucchio – come faceva l’immortale barone Fefè, quello interpretato da Mastroianni nel film di Pietro Germi-. Ci conosciamo da pochi minuti. “Così scrivi sui blog, su Facebook ?” – ma si vede che sa, dal sogghigno , e dice “scrivi” col tono di chi indica il palo in una banda di rapinatori. “Sì”. “Ed è vero che che ti dichiari 
“di destra ?”….
Non si può negare il nome, certo il nome, anche se cerchi di specificare. Ma non Ti fa neanche aprire bocca: “Lascia stare. Come vi sentirete, tu e i tuoi compari, quando avrete davanti otto baionette della gente pronta a fare giustizia?” – e il ghigno si muta in risolino soddisfatto, come a dire agli altri intorno: gliel’ho detto, avete visto? Lo Stronzetto verde-rosso-viola sorseggia spesso vino, ha il sorrisetto odioso di commiserazione, sono i gruppi scelti, i più puri tra i puri, la Pura Razza Antiberlusconiana d’incrollabile fede. “Perché non vai a fare in culo?”, domandi Tu, allora “Ti pagano bene, eh?”. Gelo intorno. Gli amici provano a far finta di niente. “Sai, non farci caso, è fatto così”. ….Ah, sì, è fatto così? Conosci uno da un quarto d’ora e quello vorrebbe vederTi fucilato, e non dovresti farci caso? E perché non si cura? Chi gli ha messo in testa che può vomitare cose del genere senza prender schiaffi, continuare a bere vino e a disquisire delle sorti nazionali, della merda governativa e della merda collaborazionista (Te compreso)? E perché Ti ritrovi a cena con un simile boia fallito del Kgb ? Ma non è facile sfuggire. C’è sempre un indice pronto e puntato – Indice supremo, da Verità e Via, non indice qualsiasi – c’è sempre un raccattatore di verbali di questura e di pessima letteratura di complotti e svelamenti delinquenziali, tutta una trama, tutta una spiata, tutta una verbalizzazione – gente che sogna celle, e spioncini da cui spiare. E non perché i farabutti in cella non debbano andare, e possibilmente lì restare. 
Macché, lo stronzetto comunardo arcobaleno , adesso anche in versione grillista ,chiede altro: partecipazione diretta al suo sbavamento, nessun dubbio, nessuna moderazione ammessa – che subito te la ritrovi come capo d’imputazione: diserzione. E’ una sudorazione continua, quella dello Stronzo colorato di sinistra come per i replicanti di “Blade Runner”, va a caccia dei Non-Abbastanza-Antiberlusconiani, essendo Berlusconi la sua ossessione e il suo concentrato vitaminico quotidiano.
Non ci fosse, si sentirebbe come san Girolamo quando Roma cadde in mano ai barbari, dopo che per anni e anni il sant’uomo ne aveva denunciato vizi e corruzione: “La fonte delle nostre lacrime si è disseccata…”. E adesso che Berlusconi ha un basso profilo Lui va a caccia, ovunque dei suoi “tentacoli occulti” a partire da Monti che non sarebbe altro che un fantoccio del Cavaliere…
E’ una sorta di Purezza primigenia da Tagliatori dei teste amazzonici, un fervore ideologico da Direttorio repubblicano epperò privo d’una qualsiasi vera ideologia. Una furia da guerrieri ubriachi o da scimmie in un Museo. Iconoclastia. Raptus da innovatori privi d’una Invenzione.
Le parole si ingolfano in gola, però hai tutto in testa e vorresti proiettarglielo addosso, in un colpo solo…e allora ? Soccorre il vocabolario segreto di cui si son salvate poche parole….
”Senti, bellino, io sono fascista, e col MIO di plotone d’esecuzione…su di Te non sprecheremmo nemmeno una pallottola; non la vali. Per quelli come Te basta una bella randellata, nemmeno mortale o sanguinosa. Un bel colpo nelle chiappe giusto per levarti di torno. E’ chiaro?”. Tutto d’un fiato. Altro che Cavalieri liberal !
E il vino cessa d’oscillare nella coppa e tutti i colori declinano , virano verso il bianco d’un pallore che parla di sorpresa, di panico, di fantasmi che riemergono in forma corporea anche 
solo per un attimo. Ma è quell’attimo magico in cui tutte le Torri di Babele crollano con un solo soffio.
L’Armata Nera Perduta, per una sera, ha avuto la sua rivincita. 
In attesa del giorno in cui verrà meno la sua Maledizione.

L’INTELLIGENTE, NOBILE APPELLO DI MARCELLO VENEZIANI PER UNA RINASCITA A DESTRA

 

 

UN APPELLO CHE “OCCIDENTE

CONDIVIDE IN TOTO

* “Rivolgo questo appello esplicitamente, anche se non esclusivamente, a chi proviene da Destra. Un appello personale, di cui mi assumo intera la responsabilità, non concordato con nessuno. Mi rivolgo a chi proviene da Alleanza nazionale, dal vecchio Msi, dalle esperienze varie e anche non politiche di destra nazionale, sociale e i non allineati. E mi rivolgo apertamente e direttamente a chi attualmente esprime su posizioni diverse il desiderio di ricominciare daccapo. Dico dunque alla componente destra del Popolo delle Libertà, dico alla Destra di Storace, dico a Futuro e Libertà, dico alla galassia di nascenti movimenti, come gli azzeratori di Giorgia Meloni, i patrioti di Elena Donazzan, il Fuori di Galeazzo Bignami, RinascItalia di Elisabetta Foschi, e tutti coloro che in questo momento stanno dando vita a esperimenti, incontri, tentativi di ripartire. Senza escludere la galassia giovanile dispersa o ritrovatasi in comunità e circoli, case e movimenti. Infine considero chi, come me, viene dalla destra sfusa, pensa da anni in libertà e in solitudine, o non è impegnato in nessuna realtà vagamente politica. È ora di ricostruire un soggetto civile, prima che politico e culturale. È ora che si torni ad Itaca, come scrive in un appello che sottoscrivo, Renato Besana. È ora che si tenti, dico almeno si tenti, di ritrovare un motivo comune per rilanciare l’iniziativa politica. Accogliamo come dato di fatto il disarmo bilaterale: Berlusconi e Fini costituiscono inevitabilmente un ciclo concluso. La loro parabola di leader è finita, differiscono i nostri giudizi su di loro, ma non possono essere più motivo di unione né di divisione. Si deve fare un passo oltre. Si chiede un passo indietro anche a coloro che hanno rappresentato in questi vent’anni la Destra e si selezionino giovani, donne e outsider per costituire il nucleo costituente. Non volevamo morire democristiani, ma non ci piace nemmeno finire grillini o montezemoliani. Si può agire all’interno del quadro bipolare, dunque collocandosi sul versante alternativo alla sinistra, ma occorre recuperare una propria linea d’azione e di pensiero. Anche perché nel paese esiste, come dimostra la nostra storia e il presente nel resto d’Europa, un’area che oscilla tra il dieci e il venti per cento, che aspetta un discorso serio di rinascita italiana. La Lega è ormai semidistrutta, il Pdl è dimezzato nei consensi e spappolato nelle sue interne spinte centrifughe, Futuro e Libertà vive con disagio all’ombra di Casini che peraltro gioca in autonomia e dichiara concluso il Terzo polo. Sintetizzando in una boutade sostengo che il Pdl, per accrescere l’offerta politica, deve spacchettarsi in P, D e L, ovvero Popolari, Destra e Liberali. C’è un potenziale bacino di consensi per chi con tempismo e attraverso volti e temi giusti riesce a interpretare il disagio presente, la voglia di futuro ma anche la memoria storica. Come mi è capitato di dire e di scrivere, è il momento giusto, per far nascere un’Altra Storia. Un movimento rigoroso e forte, duttile ai fianchi ma duro al centro, onesto e animato da passione civile, etica e ideale, un amor patrio di quelli che non odorano di stucco e rimmel ma vero e severo, che fa tornare il gusto della politica. Stavolta non si lascia il monopolio dell’etica alla retorica partigiana della sinistra, non si lascia l’esclusiva della sobrietà ai tecnici, non si lascia ai giudici stabilire l’onestà, non si lascia la rabbia popolare ai grillini. Si fa sul serio. Si chiamano i migliori, si usano i tecnici per raddrizzar la barca ma senza dar loro il comando: devono risponderne, e non alle banche o ai poteri esteri ma alla politica e al popolo italiano. Il primo atto è la selezione, la cerca dei dieci, e dai dieci dei cento e dai cento dei mille, per costituire una nuova élite, con fresche energie, scegliendo il meglio che c’è nel paese; il minimo indispensabile tra chi c’era prima, gli altri a casa o in fila senza priorità d’imbarco. E poi un programma essenziale e popolare in una decina di punti per rilanciare su basi effettive una nuova rivoluzione conservatrice italiana, conservatrice sul piano dei principi e dei beni, rivoluzionaria sul piano delle innovazioni pubbliche e sociali. L’alternativa è fingere che nulla sia accaduto, accodarsi ai vecchi capi, assistere inermi alla scomparsa, affondare indecorosamente per non osare. C’è un’estate intera per fondare il nuovo o finire nel nulla. Chi mi legge sa quanto sia lontano ormai da anni, dalla politica; ma, senza mutare indirizzo e soprattutto indole, è tempo di innescare un movimento vitale come quello che sorse, giusto vent’anni fa, con L’Italia settimanale, che fu battistrada di molti eventi e coalizioni. Deponete i rancori, incontratevi, cercate la linea comune. Da soli non ce la fate, andrete al rimorchio se non al guinzaglio o finite fuori dal gioco. Abbiate il coraggio di sacrificare qualcosa e qualcuno per far nascere un vero soggetto politico, in grado di splendere da solo e di allearsi ma in funzione trainante e non passiva, capace di egemonizzare e non di accodarsi. Lo dico per l’Italia, per noi e per chi ha nostalgia del futuro.

IL DISSOLVIMENTO DELL’ARMATA BRANCALUSCONI…

IL RISCHIO DEI PARTITI

A GUIDA CARISMATICA

 

* Il partito personale del Cavaliere ha perso lustro e potenza, ma rimane il partito del fondatore.  Senza di lui varrebbe,vale zero. Hanno voglia i peones di darsi da fare per dimostrare il contrario e garantirsi il domani, a prescindere dal capo. Non hanno le carte in regola. Privi di personalità, incapaci di imporsi, mutilati nel carattere, se mai ne ebbero uno, psicologicamente sudditi del leader, non riescono non solo a costruirsi un futuro, ma neppure a immaginarlo: sono gregari di Berlusconi. Contro il quale talvolta lanciano un sasso, ma subito nascondono la mano, terrorizzati di essere scoperti. In faccia non gli dicono mai niente che lo possa irritare. Non osano contraddirlo, salvo disubbidirgli non appena usciti dalla sua stanza. Lui dà un ordine, loro subito lo eseguono, però al contrario. Poi si giustificano affermando che non avevano capito bene. Quindi allargano le braccia sconsolati, invocando perdono. Se lo ottengono, ne approfittano per mendicare qualcosa: di solito, una poltrona.

Se n’è accorto perfino Vittorio Feltri che lo ha scritto a chiarissime, perfide lettere su “il Giornale”. Il punto è che i partiti a guida carismatica sono tutti uguali e tutti fanno la stessa fine: tengono finché tiene il manico; quando questo non regge più, ciascun militante diventa un potenziale ammutinato.

 La disgregazione comincia così: l’interesse generale passa in secondo piano, prevale il desiderio di ogni individuo di pararsi le terga. I furbi cercano un’intesa col nemico, dal quale pretendono di essere salvati e riciclati; i fessi cercano di trarre qualche vantaggio dal caos: un posto, una carica, un osso da spolpare.

 I berluscones si sono rivelati inconsistenti. “Povere cose”lo erano anche in precedenza, ma il gruppo compatto sopperiva al deficit dei singoli. Ora che lo squadrone si è ridotto a rappresentativa di vecchie glorie senza gloria, si avverte la sua inadeguatezza. Non riesce neppure a contrastare i dilettanti allo sbaraglio di Mario Monti, ancora convinti che l’Europa e l’euro siano i fari della politica italiana. Non si accorgono che invece sono fuochi fatui, lumini cimiteriali.